venerdì 1 luglio 2005

Say hello, wave goodbye

« Per colui che arriva, scampato da un naufragio,
e si ferma là in attesa del destino ignoto,
l'accasciamento è, talvolta, profondo in quelle solitudini.
V'è della disperazione nell'aria e, all'improvviso, vi si sente come una carezza;
passa un soffio che vi solleva. Che cos'è questo soffio?
Una nota, una parola, un sospiro, nulla. Quel nulla basta.
Chi non ha sentito, in questo mondo, la potenza di un nulla? »


(Victor Hugo, I lavoratori del mare)

Al lettore

Per te, navigatore distratto e solitario, che nel tuo naufragar nei perigliosi mari della rete per caso infrangi il tuo sguardo su questo scoglio, al quale un giorno lontano anch'io mi aggrappai per non esser trascinato via dalla furia dei venti, per te mi accingo a scrivere queste poche righe, sicché un giorno tu non debba crucciarti pel non saper fin dove il tuo viaggio inaspettato t'ha condotto.

Or non volgerti indietro, né in avanti, a rimirar se in questo lembo di pietra abbandonato vi sia qualcheduno che possa farti da guida. Solo scogli, e sassi, né anima viva tutt'intorno. Se qualcuno vi ha posato piede, è stato tanto tempo fa, e da allora tutto è rimasto, all'apparenza, intatto. Ma neanche i ricordi sono immutabili, cangiano intensità col passar delle stagioni, e anche qui il lento lavorio delle onde e delle maree, e lo spazzar dei venti, più che levigar ha frastagliato le coste, dando loro ogni giorno forme nuove, senza che alcun occhio umano ne fosse testimone.



Ma ora avvicinati, e come cerchi di dare alle nuvole in cielo l'aspetto di draghi, fortezze e templi in rovina, prova a riconoscere in questo scoglio le sue figure, come fossero i vaghi miraggi di un assetato perso nel deserto. Nulla cambia forma come le nubi, tranne le rocce, che ad ogni istante procurano il loro inganno: a volte illusione di principesche figure, di fatati castelli, oppure, al calar della notte, temuta apparizione dell'ombra terrificante e deforme di un Moloch. Ma non aver paura, nessun sacrificio ti sarà richiesto, perché nulla in questo luogo è realmente accaduto, né di felice né d'infelice. Tutto ciò che vi leggerai è come il suono di un'eco lontana, che con sé porta nel vento quei ricordi che vorresti scacciar via ma che ritornano ancora e ancora a farti visita, ogni volta un poco più addolciti dal trascorrere del tempo.



Per te, che un giorno troverai qui riparo dagli affanni della vita, queste pagine sono rimaste. Perché tu leggendole sia testimone di un soffio di vento che per qualcuno fu tempesta, senza trarre alcuna conclusione che non sia già in questa frase, scritta su una lapide posata idealmente all'ingresso di un mondo che non c'è più, e che ha avuto come unica ragion d'essere la celebrazione di un amore lontano.


Non affannarti a cercarne il segreto tra le cartine dei Baci Perugina, non lo troverai.
E ora entra pure, questi sono I Dolori del Giovane Pingu.