giovedì 12 agosto 2004

Little Things

Oggi ascoltavo una vecchia canzone dei lamb, "little things"...

There's so many things that we miss in our everyday lives
We're so busy hustling, bustling chasing far away dreams
We forget the little things
Like blue skies, green eyes and our babies growing
Like rainbows, fresh snow and the smell of summer
We forget to live

Ho pensato a quale fosse l'oggetto più piccolo che avevo nella stanza.
Era questo:

Subisco da sempre, fin da quando ero bambino, una fascinazione particolare per le cose piccole piccole, oppure grandi in maniera sproporzionata. Nei bambini penso sia normale, i grandi hanno il piatto e le posate grandi, i piccoli hanno i piatti e le posate piccole, il papà ha la macchina e il bambino la macchinina, e così anche per le ciabattine, le cucinine, le piccole sciabole, e mille altre cose che ti abituano a pensare che esistano quasi due mondi paralleli: uno dei piccoli e uno dei grandi. Quando ero bambino portavo questa supposizione alle estreme conseguenze, e mi ricordo che mentre viaggiavo in treno per Milano - ci andavamo spesso a trovare i nonni - guardavo fuori dal finestrino e fantasticavo...

Il pinguino gigante appena riesumato dalla soffitta che guarda la tv sul mio divano.

Quando vedevo quei passaggi a livello che sembravano delle barricate, o quelle cascine in mezzo alla campagna perfette per nascondersi ed ordire trame sotterranee, immaginavo un'ipotetica guerra tra bambini e adulti. Tutti i bambini si erano ribellati agli adulti e, prese in mano le armi, si erano riuniti in una guerriglia a tutto campo, in ogni città, in ogni strada, casa per casa. Gli adulti, colti inizialmente di sorpresa, cercavano di resistere, e queste lotte furiose imperversavano dappertutto, senza trovare soluzione. I genitori temevano di colpire i loro stessi figli, e quindi piano piano si arrendevano, lasciavano cadere le armi, anche se qualcuno strenuamente continuava ad opporsi, ma lentamente e inesorabilmente il mondo era destinato a cadere nelle mani dei bambini, che avrebbero preso il comando di tutto, relegando padri e madri al rango di schiavi, ma forse schiavi era un po' troppo, diciamo di servitori.

Il pinguino gigante e quello minuscolo (nel tondo) a confronto.

Dopo un po', stufo di immaginare battaglie e trionfi, mi giravo verso mia mamma, che amorevolmente mi porgeva un succo di frutta e la banana, e forse pensavo che no, in fondo non ce n'era bisogno, di combatterli. Anche se il saccheggio dei negozi di giocattoli, col negoziante legato e imbavagliato nel retro, era un'immagine che mi stregava. Rompi un trenino? Eccotene uno nuovo. Ti stufi di giocare con gli egiziani? Ti prendi il plastico che hai visto dal tuo vicino di casa, quello con i villaggi della Normandia devastati dai soldati tedeschi in ritirata. Non c'erano più limiti ai desideri e alla fantasia di ogni piccolo, innocente bambino.

Oggi non sogno più di rovesciare l'ordine costituito per avere tutti i giocattoli che voglio, mi sono forse imborghesito, quell'ardore giovanile è stato piegato e assorbito dal sistema (nel quale però mai sarò integrato) e ormai non so più se ho la forza di combattere. Forse è per il ricordo di quei giorni che mi commuovo ancora oggi, a guardare le cose piccole piccole, oppure grandi in maniera sproporzionata. E' come se mi ricordassero un tempo in cui tutto era possibile. Un soldatino poteva combattere, un cavallino galoppare, un pupazzo parlare e tenere compagnia. E in mezzo a tutto questo io ero il demiurgo delle loro vite, delle loro storie, delle loro personalità. Partecipavo a quel gioco capovolgendone le sorti come più mi aggradava, traducendo le mie fantasie in un mondo "altro" ma reale. Come un moderno Gulliver, però, sentivo che prima o poi avrei abbandonato quell'isola.

Ora le mie fantasie sono cambiate, sono diverse, forse sono un po' più complesse, ma non è neanche tanto quello. E' che crescendo si allarga il divario tra la realtà e l'immaginazione e, pur continuando a sognare, hai la sensazione che tutto sia più complicato di quando un tempo volevi cambiare il mondo per un paio di giocattoli nuovi. Ora è maledettamente più difficile credere di poter essere felice ottenendo ciò che desideri più di ogni altra cosa, perchè sai che non dipende solo da te. Ma ci provi ugualmente, con la stessa convinzione con cui Don Chisciotte combatteva contro i mulini a vento, per la sua Dulcinea.

Don chisciotte che lotta contro i mulini a vento in un'illustrazione di Gustave Doré.

"S'affrettò Sancio Pancia a soccorrerlo quanto camminava il suo asino, e quando il raggiunse lo trovò che non si poteva movere; così fieramente era stramazzato con Ronzinante.
«Dio buono! proruppe Sancio, non diss'io alla signoria vostra che ponesse mente a ciò che faceva, e che quelli erano mulini da vento? Li avrebbe riconosciuti ognuno che non ne avesse degli altri per la testa. — T'acqueta, amico Sancio, rispose don Chisciotte; le cose della guerra sono più delle altre soggette a continuo cambiamento»."

9 commenti:

  1. Io invece da bambino piu che svaligiare un negozio di giocattoli sognavo di entrare in un'edicola e avere tutti i fumetti del mondo. di poterne leggere fino allo sfinimento.
    questa cosa dell'edicola me la sono portata dietro per molti anni..

    RispondiElimina
  2. Come sono belli, quei pinguini... Come puoi immaginare, ne ho tanti anch'io... Vado in vacanza, oggi è l'ultimo giorno di lavoro grazie al cielo, e stas io e la Lalla partiamo!! Stammi bene mi raccomando!!! Un bacio

    RispondiElimina
  3. anch'io da piccolo ero più affascinato dalle edicole che dai giocattoli...
    (adesso, trant'anni dopo, lo sono da entrambi)

    nepo.

    RispondiElimina
  4. "trant'anni" è un misto tra trenta e tanti. in realtà sto ancora sonnecchiando....

    RispondiElimina
  5. "...E' che crescendo si allarga il divario tra la realtà e l'immaginazione..." forse quando le cose sono grandi, e più vere, non si prestano ancora all'invenzione di fantastiche avventure, ma ancorate al loro stesso peso soffrono l'inerzia del grigio, arido, ripetersi. "...ormai non so più se ho la forza di combattere."

    RispondiElimina
  6. edicola e libreria tutta la vita
    giocattoli? solo quelli degli 80s
    ho un'edizione di 'Mosca 80' della EG...
    playmobil... (ogni volta che Daniele degli Offlaga viene a Venezia lo porto in 4 rivendite di giocattoli vintage... Alessio, quando sei qua ci vieni pure tu)

    RispondiElimina
  7. Adoro i lamb!!!! Ma non conosco la canzone che citi...

    RispondiElimina
  8. Grazie per il tuo regalo, sei stato molto carino...

    RispondiElimina