mercoledì 8 settembre 2004

Le stagioni della vita

Oggi pomeriggio, verso le sei, ero fermo a un semaforo e mi guardavo distrattamente attorno. Ad un tratto noto un ragazzino, avrà avuto 14 anni, che attraversa la strada sulle strisce pedonali con tre sue amiche, probabilmente le più carine della sua scuola. Ha un'aria spavalda, sicura, l'andatura un po' dinoccolata, e tutti i cliches del ragazzo che piace alle ragazzine di quell'età.
Le giornate si sono accorciate, e già a quest'ora ormai si intravede l'aria del tramonto, quella luce calda, le ombre dei palazzi che si allungano sull'asfalto. Nell'autoradio ho un cd di musica classica, l'altro devo averlo lasciato in camera. Proprio nel momento in cui quella scena mi passa davanti agli occhi comincia l'aria più famosa della passione secondo Matteo di Bach, a un volume tale da farmi vibrare i finestrini dell'auto. Odo distintamente queste parole:

Erbarme dich
Mein Gott, um meiner Zähren willen;
Schaue hier,
Herz und Auge weint vor dir
Bitterlich.

Abbi pietà di me, mio Dio
in grazia del mio pianto
Guarda qui,
cuore e occhio piangono davanti a te,
amaramente.

Piano piano quel ragazzo si allontana con le sue amiche, il semaforo diventa verde e io ripenso a com'ero, alla sua età. Chissà se anche lui, in mezzo a tutte quelle sosia di Britney Spears, soffre dello stesso amore totalizzante che provavo io all'epoca, per una ragazzina della mia scuola a cui mai avevo parlato. Chissà se anche lui, mentre un giorno aspettava l'autobus per tornare a casa, si è visto arrivare il suo angelo davanti agli occhi, e ha avuto la grazia di sentirgli pronunciare le più soavi parole:

"Che autobus sta arrivando?"
"Il 10, io prendo il 10".
"Anche io".

Lo so - pensavo - ti osservo tutti i giorni, anche se faccio in modo che tu non te ne accorga. Chissà, forse anche quel ragazzo che camminava proprio lì davanti a me ha avuto l'opportunità di sedersi sull'autobus dietro alla ragazzina dei suoi sogni, come ho fatto io quel giorno, e ha potuto guardare i lunghi capelli neri di lei danzare, spostati dal vento come se fossero privi della gravità che incatena le altre cose alla terra. Chissà se anche lui, quando lei è scesa e si è girata proprio dalla sua parte, ha potuto dirle "ciao" come se quel ciao fosse un bacio, più di un bacio, una promessa eterna di amore e di fedeltà.

Poi, col tempo, ho potuto vederla crescere, e ho pensato spesso che certi ricordi vanno conservati così com'erano un tempo, per non guastarli. Quando ci penso, mi viene in mente quella vecchia canzone dei fleetwood mac, cantata anche dagli smashing pumpkins.

Can i sail through the changing ocean tides?
Posso navigare attraverso le mutevoli maree dell'oceano?
Can i handle the seasons of my life?
Posso gestire le stagioni della mia vita?
Well, i've been afraid of changing cause i've
Ho avuto paura di cambiare perchè ho
Built my life around you
Costruito la mia vita intorno a te
But time makes you bolder
Ma il tempo ti rende più coraggioso
Even children get older
Anche i bambini crescono
And i'm getting older, too
E sto crescendo anche io

Avevo solo dodici anni, ma era come se ne avessi ottanta. Più o meno come il protagonista di un racconto di Michele Mari, "l'ora di Carrasco", dal suo libro "Euridice aveva un cane" (Einaudi). Ne trascrivo solo un pezzetto:

"Tre bambine e un bidello passarono in fondo al cortile. Tre bambine, pensò, che non gli interessavano. Nessuna bambina gli interessava al di fuori della Laurìn. Come tante altre volte, si chiese perché fosse innamorato proprio di lei. Ne elencò i quattordici requisiti fisici e i cinque spirituali che corrispondevano al proprio ideale e che ella aveva tutti in sommo grado, non uno di meno. Ma intuiva che si trattava solo di condizioni, non di cause, e che la spiegazione vera era al di sopra di tutti quei requisiti: la Laurìn era irraggiungibile, o comunque era la meno raggiungibile fra tutte le bambine di sua conoscenza, e tanto bastava. Aveva meditato molto su questo motivo, ed era giunto alla conclusione che per essere riamato da lei Laurìn sarebbe dovuto apparirle a sua volta irraggiungibile; ma perché questo accadesse occorreva che ella tentasse di arrivare a lui, o ne sentisse almeno il bisogno. Che egli sapesse di essere inarrivabile non serviva a nulla se non se ne fosse accorta anche lei, e il peggio era che lui per primo non credeva alla propria irraggiungibilità, lui per primo avrebbe dato qualsiasi cosa pur di farsi raggiungere da lei, e anzi questo solo pensiero bastava a dargli brividi di languidissimo piacere..."

8 commenti:

  1. Avevo anch'io la ragazzina dei miei sogni.
    Bionda, occhi belli, bellissima lei.
    Stefania il suo nome. Figlia di un pastore evangelista.
    Poi partì per gli Stati Uniti.
    Ora avrà marito e figli e panni da stirare forse.
    Ma avrà sempre anche una parte di me, senza poterlo sapere.

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  2. volevo commentare con le parole di bus dei radio dept. ma non riesco a trovarle in rete, eppure ricordo una volta una pagina dove c'eran tutte.
    dolce notte. post dolcissimo

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  3. "Lasciarsi le ragazze alle spalle
    Gli addii non sono poi questo granché"

    (da bus dei radio dept)

    il link era questo credo :)

    http://inoz.firenze.net/Musica/Bonus/TraduzioneRadio.htm

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  4. chi era scusa?
    fabio

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  5. 02 – Where Damage Isn’t Already Done
    Where Damage Isn't Already Done - Dove il Danno non è Ancora stato Fatto


    [Verse 1]
    Tu entri come pioggia
    Non riesco a sfuggire da questo sentimento
    Goccioli nei secchi che ho disposto
    Dove il danno non è ancora stato fatto

    [Verse 2]
    Ti ho vista sul bus numero 15
    Andavi verso nord per prendere il tremo
    Ognuno si assomiglia
    Eppure ognuno ha un nome diverso



    anche questa calza a pennello:)

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  6. eh eh... potrei stare ore a leggerti e fluttuare!! sei il mio lato maschile!! :))

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  7. anche Jens Lekman perde un bus decisivo in una canzone... hanno problemi coi trasporti in Isvezia

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