lunedì 27 settembre 2004

Ti ricordi?

Tutte le volte che mi è capitato di voltare le spalle a una ragazza senza sapere quando e se l'avrei rivista ho sempre pensato alla scena in cui il Dottor Zivago vede quella che crede sia Lara. L'ultima volta che si erano visti, prima che lei partisse per mettersi in salvo, lui aveva cercato il più possibile di mantenere un certo contegno, di trattenere le lacrime, di sorridere anche, per convincerla e convincersi del fatto che quella fosse la cosa più giusta da fare, in quel momento. Mentre la slitta trainata dai cavalli si allontanava sulla neve, però, ricordo ancora l'immagine di lui che corre dentro casa, sale le scale a perdifiato, e rompe un vetro reso opaco dal ghiaccio per poter vedere ancora quel puntino all'orizzonte.

Odio gli addii, ma a volte può capitare davvero di perdere le persone, per scelta o per destino. E mentre rivedi come un film la scena del vostro ultimo abbraccio, mentre cerchi di ricordare le esatte parole che vi siete detti, sforzandoti di sentire il suono della sua voce, pensi a come potrebbe essere la prossima volta che la vedrai. Forse mi accorgerò che non è come me l'ero immaginato, che la magia è svanita col passare del tempo, che altre cose hanno preso il posto di lei, e sarà un sollievo la malinconia di quel momento: ho perso qualcosa ma ho ritrovato la mia vita, la cosa più importante.

Poi però comincio a vedermi con i capelli bianchi, il viso segnato dagli anni ma con poche rughe, un'espressione resa quieta dalla vecchiaia, ma pensierosa. Il tram è affollato, c'è quel sole primaverile che dà quasi fastidio, e la mia vita è racchiusa tutta nelle parole di una voce fuori campo:

"Le pareti del suo cuore erano di carta, ma lo teneva per sè. Teneva molte cose in sè."

Poi un piccolo particolare visto dal finestrino, il colore dei capelli forse, e mi sembra di riconoscerla. Ma forse è solo un mio desiderio. Forse ho sempre sognato di rivederla, prima o poi. Le ho fatto una promessa: mi ha detto: "non voglio perderti" e le ho risposto "non mi perderai". E quella promessa me la sono portata dietro tutta la vita, attraverso tutte le case in cui ho abitato, le donne che ho frequentato, la gente che ho conosciuto. Dietro a tutto, nascosta dalle cose che mi circondavano, c'era lei. E ora riemerge, come un diario dimenticato in un cassetto, che torna fuori quando facciamo le pulizie, o un trasloco. Lo apriamo e tutto ci sembra intatto, mentre noi non lo siamo più.
Incontrarla ora sarebbe come tornare indietro nel tempo, abbracciarla e poterle dire: "eccomi, sono qui come avevo promesso, ti ricordi?". Sarebbe come negare il tempo e il dolore che ci hanno permesso di dimenticare. Ma non ho dimenticato com'eri allora, non ho dimenticato il tuo viso, i tuoi capelli, le tue parole, quando ti ho girato le spalle.



Mi viene in mente "palombella rossa" di Nanni Moretti, quando lui guardando quella scena non riesce a trattenersi e urla: "Voltati! Voltati! Voltati! Bussa! Bussa! Fatelo scendere! Fatelo scendere! Corri! Corri! Corri! Urla! Urla!!! NOOOOOOO!!!!". Anche io spero che quel giorno lei si volti a guardarmi, mi riconosca, mi abbracci e mi dica: "ero sicura di rivederti ancora, me l'avevi promesso, ti ricordi?".

5 commenti:

  1. odio gli addii. in mancanza d'uno reale la mia fantasia l'ha creato in sogno.
    ma forse non era solo un sogno ... chissà.

    gli addii più terribili, comunque, secondo me sono quelli che in sostanza sono tali, ma che vengono spacciati come arrivederci, mentre entrambe le persone sanno o almeno intuiscono che più non si rincontreranno.

    gli arrivederci fasulli mi provocano conati di vomito.

    hai mai pensato all'etimologia della parola ADDIO?
    interessante...

    ciao

    rosa

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  2. ehm.. non dovrei lasciarti il mio commento qui dopo cotante belle parole, ma per non mangiarsi le unghie ti consiglio uno smalto speciale stracaro ( 7,50 € ) che si compra in farmacia ed è efficacissimo, a meno che tu nn abbia le papille gustative cosparse immerse nella cera d'api.
    Ti avvicini l'unghia alla bocca, senti un gusto disgustosamente amaro e poi ti ricordi che nn devi mangiarle, e quindi indugi, fino a che nn crescono un po' e ti senti il re del mondo.

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  3. gnam gnam...però 7,50 euro sono parecchi, potrei sempre provare a cospargermele di terriccio e mostarda, solo che poi avei difficoltà a scrivere.
    in effetti non me lo vedo omar sharif che si mangia nervosamente le unghie, ma anche io vado a periodi, dopotutto.

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  4. gironata iniziata quasi bene..sentirlo al telefono..piangere qualche lacrima...poi uscita di casa pensare "fatti forza"...e ora leggere questo...lo stomaco si richiude...nuove lacrime...xkè gli addi sono tutti uguali...xkè io nn capirò mai gli addi.

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