domenica 7 novembre 2004

L’eterno splendore di un ricordo (parte seconda)

Un pomeriggio d'inverno di qualche anno fa, sarà stato dicembre, stavo passando in macchina vicino alla stazione. Cercavo parcheggio per andare in qualche negozio lì vicino, a prendere gli ultimi regali di natale. Nell'autoradio c'era "fake" degli adorable. Era uscita da poco la raccolta celebrativa della Creation, "Creation Records: international guardians of Rock & Roll", e si vede che ascoltando "sunshine smile" mi era venuta voglia di risentire tutto il disco. Soprattutto "road movie".

Oh, i want to forget you
Oh, i want to forget you
Then i flashback...
Flashback to a time of stolen memories
We are tied by our lies, we are tied by history

Mi sono sempre chiesto perchè ogni tanto ascoltiamo delle canzoni che sembrano fatte apposta per descrivere ciò che sentiamo in quel preciso momento della nostra vita. E soprattutto perchè sono quasi sempre canzoni tristi.
E per me allora quel "then i flashback" si trasformava in "quella sera, seduti sui sassi lungo il fiume, era stato bello ascoltare 'sour times' dopo esserci divisi le cuffie del tuo walkman".
Ogni storia ha un esatto momento in cui tutto nasce, e da lì in poi ogni cosa sarà diversa da com'era prima. Non coincide necessariamente con un bacio, o con delle parole. Semplicemente lì, in quel posto, in quel momento capisci che niente sarà più come prima.

Ho ripensato a quel "then i flashback" vedendo nel film Joel (Jim Carrey) che in sogno immagina la lotta di lui e Clementine (Kate Winslet) per salvare i ricordi della loro storia dalla minaccia di ignoti cancella-memoria. Quella folle corsa per non dimenticare descrive meglio di qualsiasi parola che cosa voglia dire aver amato tutto di una persona, anche i difetti. Ed è proprio vero, quando dici: ogni cosa mi ricorda di lei. Ogni cosa bella o brutta è tenuta insieme alle altre da un filo che è impossibile da spezzare, per quanto a volte si abbia la tentazione di farlo. Però quando Joel e Clementine, inseguiti dai cancella-memoria, sembrano aver esaurito i ricordi comuni in cui rifugiarsi, lui è costretto a raccontarle qualcosa del suo passato più profondo e dimenticato, come se in quel modo potesse creare una sorta di filo di Arianna nel labirinto del suo cervello, a cui legarla per non perderla.

Clementine: Joel, ho un'altra idea per risolvere il problema. Questo è un ricordo di me, di quella volta che hai voluto fare sesso sul divano dopo avermi sbirciato le mutande.
Joel, i cancella-memoria stanno arrivando, perciò perchè non mi porti da qualche altra parte, in qualche ricordo che non mi riguarda, e stiamo nascosti fino a domattina.

Joel: Mmm, no, non mi ricordo niente in cui non ci sia tu.

Clementine: E' molto bello ma provaci, ok?

Joel: Ok.

Per mettere il ricordo delle mutandine di Clementine al riparo dai cancella-memoria, Joel cerca allora di rifugiarsi con lei in un flashback di quando era piccolo, e piano piano il salotto della casa in cui abitavano insieme si trasforma nel giardino della sua infanzia, in un giorno di pioggia. In sottofondo il piano dolcissimo di Jon Brion, sopra il quale si sente una di quelle filastrocche buffe che ci insegnavano da piccoli: "va, va, lenta va, la barchetta va, passan le ochette e salutano e seguono lentamente va, va lenta va...".

Perchè non è vero che lei c'è sempre stata. Lei esiste nella sua vita da quel momento che nessuno dei due scorderà mai, ma prima non c'era. Lei semmai ha dato un senso alla sua vita, ha dato corpo ai suoi desideri, ha fatto scomparire dai suoi occhi quella malinconia che aveva fin da quando stava lì alla finestra, a guardare la sua biciclettina bagnarsi sotto la pioggia, triste perchè non lo lasciavano uscire finchè non smetteva.

Quella scena era troppo tenera, stupida, ridicola e surreale per non colpirmi. Lui da bambino con gli stivali gialli che salta sulle pozzanghere, e poi prende la bici di nascosto anche se fuori piove ancora un po', dopo aver asciugato il sellino con la manica della maglia. Una corsa fin sotto la tettoia, e mentre assaggia qualche goccia di pioggia con la lingua sa che è solo acqua, ma gli sembra quasi che abbia un sapore più buono. A volte è bello tornare bambini. E' bello non dimenticarsi di essere stati ingenui, stupidi idealisti, sognatori e bambini. E' bello non dimenticarsi di essere stati innamorati.

Quando ho detto 'non ti dimenticherò mai' per la prima volta, ho avuto come l'impressione che quelle parole non bastassero. Forse avevo paura di non essere creduto, forse avevo paura anche io, un giorno, di dimenticare. Ora so che non è così. Ora so che è tutto esattamente come in questo film, e come nel finale di "road movie" degli adorable, quando Piotr grida:

Oh, I want to forget you
Oh, I want to forget you
Oh, I want to forget you
Oh, I can never forget you

6 commenti:

  1. ah, quelle mutandine...

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  2. dove trovi le immagini del film che hai postato?
    cmq vedo che Carrey, Winslet e co. hanno stregato molte persone. non solo me...
    questo film entra proprio sotto pelle, racconta alcune cose che sono vicine a chi le guarda. si stende proprio un ponte tra personaggio e spettatore.
    il che non è facile.

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  3. beh, in questo caso ho dovuto prenderle dal dvd in inglese. l'immagine delle mutandine era davvero impossibile da trovare in rete, ma non potevo proprio farne a meno per questo post :)
    se vuoi altre belle foto, puoi guardare qui:

    http://www.unreel.co.uk/reviews/e/Eternal_Sunshine_of_the_Spotless_Mind/index.cfm

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  4. Quasi mi commuovo... per il film naturalmente l'ho già fatto...

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  5. sapevo di nn dover venire su questo blog..come al solito lacrime.

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