domenica 28 novembre 2004

Cineracconto illustrato

Quando guardo i libri di fotografie sul cinema della Taschen penso sempre al fatto che, seguendo un film in tempo reale, riusciamo a cogliere solo una parte infinitesimale dei dettagli o delle sfumature di ogni scena. Guardando invece le foto tratte da un film che ho già visto, mi accorgo di particolari che non avrei notato neanche rivedendolo dieci volte. Sarebbe bello poter sfogliare, uscendo dal cinema dopo aver visto un bel film, uno di quegli albi che davano come supplemento alle riviste di cinema negli anni '30, con lo stesso film raccontato da una serie di fotogrammi con le didascalie e qualche dialogo.
Stasera, mentre guardavo 'deserto rosso' di Antonioni, pensavo a come avrebbero potuto raccontare in quel modo un film del genere, senza azione e con dialoghi in bilico tra lo psicologico e l'alienato. Alla fine ho provato a farlo io, anche se poi mi sono accorto che le immagini e le frasi che più mi avevano colpito non raccontavano la storia del film, ma di una persona che avevo rivisto e ricordato attraverso la protagonista di quel film. Forse perchè quando vedevo Giuliana, appoggiata a quel muro alle sue spalle come se le servisse per restare in equilibrio, mi sembrava di vederti.

Giuliana: Cercava me?
Corrado: Stavo...stavo andando qui vicino e l'ho vista entrare...
No, non è vero, non voglio cominciare con una bugia.
Giuliana: Cominciare che cosa?
Corrado: Niente, a parlare. Mi dispiace che...

Giuliana: Ugo le ha parlato di me?
Corrado: No. Cioè, mi ha detto che avete un bambino. Sapevo che si era sposato, ma non con chi.
Giuliana: Nient'altro?
Corrado: Si, del negozio.

Giuliana: Dimmi la verità, te ne ha parlato?
Corrado: Chi?
Giuliana: Ugo, dell'incidente.
Corrado: Si, si. Ma non è stato grave, no?
Mi ha detto che sei rimasta un po' in clinica, per lo shock.
Giuliana:
Ho conosciuto una ragazza
Corrado: Dove?
Giuliana:
Corrado: Vuoi dire in clinica?
Giuliana: Stava molto male...è che voleva avere tutto.
Corrado: Tutto che cosa.
Giuliana: Il dottore le diceva: lei deve imparare ad amare.
Amare una persona, o una cosa, suo marito, suo figlio, un lavoro, anche un cane.
Ma non marito, figlio, lavoro, cane, alberi, fiume...
Corrado: Ti ha mai detto che cosa sentiva?
Giuliana: Le mancava il pavimento, l'impressione di scivolare su un piano inclinato,
di andare giù, d'essere sempre lì lì per affogare, e non hai niente.

Giuliana: Non sta mai fermo. Mai, mai, mai... Io non riesco a guardare lungo il mare,
se no tutto quello che succede a terra non m'interessa più.



Giuliana: Io devo essere cretina. E' per questo che non me la so cavare. Sai cosa vorrei?
Tutte le persone che mi hanno voluto bene. Averle qui, intorno a me, come....un muro.

Giuliana: Chissà se c'è, al mondo, un posto dove si va a stare meglio. Forse no.

6 commenti:

  1. Nel film di Antonioni ci sono due realtà, quella degli uomini e quella delle cose. Nelle cose è trasferita l'angoscia degli uomini i quali, forse per questo, risultano, rispetto alle cose, svuotati, casuali, descritti in aneddoti di scarsa incisività. Nessun volto umano in Deserto rosso è così mistico e reale come i pezzi di muro, i tubi, le cartacce e gli altri innumerevoli oggetti sui quali l'obbiettivo di Antonioni indugia con una attenzione meditabonda, luicida, delirante.

    Alberto Moravia, L'Espresso, 1964

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  2. che par de cojoni

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  3. alessio devi conoscere le fotografie di Giuseppe Cavalli. Antonioni ha preso da lui, o viceversa, non so. A Lucera in questi giorni c'è una mostra dei suoi scatti. Ti invierei il catalogo ma sinceramente 15 euro non li ho adesso.
    un giorno ti faro' vedere il mio. e quelli che conserva mia nonna.

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  4. abbiamo trattato, in modi diversi, lo stesso film.. l'altra sera.. una delle tue coincidenze, alè

    david

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  5. sono mancata per un pò..ma ora sono tornata!

    bellissimo post, bellissime fotografie...sei fortunato, perchè a me splinder non le ha mai fatte postare...

    buona giornata e a presto!

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