sabato 25 dicembre 2004

La Casa

Strano natale, quello di oggi. In un modo o nell'altro mi ha fatto pensare ai natali di quando ero piccolo. Allora mi svegliavo presto, dopo aver dormito pochissimo per l'emozione nell'attesa del rito dell'apertura dei regali, sul letto dei miei genitori. Oggi mi sono svegliato a mezzogiorno, dopo sei ore scarse di sonno, e senza nessuna fretta di scartare nulla. Solo un leggero mal di testa e il senso di fastidio di un brutto sogno interrotto poco prima di aprire gli occhi: mio fratello che cercava di convincere i miei genitori a scambiare la tv in salotto con un misero 14 pollici che per giunta non funzionava. Io la tv in salotto non la guardo mai, ma insomma, quei poveretti erano lì tutti accondiscendenti e lui si portava a Monaco la tv grande per lasciarli seduti sul divano a guardare uno schermo pieno di interferenze? Chissà, forse era senso di inadeguatezza, gelosia o semplicemente il fatto che quando mio fratello è a casa il suo passatempo preferito è rompermi le scatole? E infatti, mentre verso la mezza sorseggiavo il mio bel caffelatte, si avvicina e comincia a criticare i regali che ho fatto. Uno in particolare attira il suo sdegno: "ma come, - mi fa - regalare a una bambina un kit per le pulizie?". Al che rispondo, seccato: "Beh, tua sorella le regala il kit della brava cassiera e io non posso regalarle quello della brava casalinga?". E lui insiste: "Ma dove l'hai trovato, in un cassone dell'immondizia?". "Tra un po', se non la smetti, ci finisci tu in un cassone dell'immondizia".
La mattina è forse l'unico momento in cui sono particolarmente irascibile, soprattutto se ho dormito meno di una decina di ore, e la discussione è finita lì. Giusto il tempo di raccontare il mio sogno per sentire la loro interpretazione, ed è ora di pranzo. Ma per i miei nipoti è solo una lunga agonia in attesa dell'apertura dei regali di nonni e zii, in taverna, con il dolce e lo spumante.

La mia nipotina Francesca con uno dei suoi regali di natale,
il kit Linda la Casa "linga" (ovvero "il carrello delle pulizie").

Quando indico a mia nipote Francesca il sacchetto col kit delle pulizie, mi sento addosso lo sguardo beffardo di mio fratello, ma è l'espressione di gioia di lei a darmi la soddisfazione più grande. Mostrandomi più solerte del solito, la aiuto a montare il carrello con i suoi innumerevoli accessori. Mica capirà da così poco che è mio e non di Babbo Natale, penso.
C'è proprio tutto: il simil-mocio Vileda, la scopa, la spazzola, il raccoglitore per le cartacce, il detersivo per i pavimenti al limone, la saponetta, il secchio per l'acqua. Quando tutto è pronto, le manca solo il grembiule, o il camice con la cuffietta. Ma è natale, e per oggi può ancora tenere la sua camicetta bianca col collo ricamato. Però non se ne può più di riempire i bambini di facili sogni. Dare direttamente il kit da fatina, da principessa, o ancora peggio da ragazzina trendy è quanto di più diseducativo si possa fare. Quante vite rovinate, perchè fin da piccoli noi gli facciamo credere che sia tutto così semplice.
Non è detto che le cassiere e le casalinghe (o le donne delle pulizie) siano cattivi modelli, anzi. Più tardi guardando Francesca che raccoglieva da terra le carte dei regali, spolverava i suppellettili o gridava da quel piccolo microfono (funzionante): "siete desiderati tutti alla cassa!", pensavo che certo, a chiunque piacerebbe essere ricco, bello e felice. Solo che a volte per diventarlo non occorre essere dei principi o delle principesse. Non occorre neanche essere delle fate (anche se conoscerle non guasterebbe). L'unica cosa fondamentale è essere se stessi e crederci. Era questo che mio fratello stamattina non aveva capito, scambiando il mio regalo per una resa dei sogni, quando invece era tutto il contrario.

Verso sera, mentre mi rilassavo leggendo Bernanos con in sottofondo il Vespro della Beata Vergine di Monteverdi, la mia attenzione è stata catturata dal coro a 10 voci del "Nisi Dominus". Certo, la mia media del 5 in latino al liceo non era sufficiente per comprenderne appieno il significato, ma il sempre utile ipertesto della Bibbia che conservo gelosamente nell'hard disk del computer è venuto in mio soccorso.

Salmi - Capitolo 127

L'abbandono alla Provvidenza

[1] Canto delle ascensioni. Di Salomone.

Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
[2] Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.
[3] Ecco, dono del Signore sono i figli,
è sua grazia il frutto del grembo.
[4] Come frecce in mano a un eroe
sono i figli della giovinezza.
[5] Beato l'uomo che ne ha piena la faretra:
non resterà confuso quando verrà a trattare
alla porta con i propri nemici.

Già, i bambini... A volte sembrano un mistero incomprensibile, pur essendo stati noi stessi come loro, un tempo. Ma non possono essere solo le Bratz o i Bey Blade ad averci fatto dimenticare cosa vuol dire essere bambini. Basterebbe recuperare qualcosa del nostro passato e ci renderemmo subito conto che ci vuole così poco per stimolare la fantasia...
Quando mi regalarono il lussuoso castello giallo dei lego, non riuscii mai a montarlo esattamente com'era nella foto sulla scatola. Un altro natale, invece, mi regalarono un anonimo parcheggio a 3 piani con annesso l'autolavaggio delle macchinine. C'erano anche le transenne e il baracchino per pagare il pedaggio. E' inutile che dica con quale ho giocato di più...

4 commenti:

  1. che forte zio alessio...
    ...

    nepo.

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  2. vergogna natalizia!

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  3. Mi fa venire in mente la battuta di Homer Simpson in quella puntata in cui dice a Billy Corgan "Grazie Pumpkins per aver tolto a mio figlio l'illusione di un mondo migliore", o qualcosa del genere! ;)

    Comunque condivido in pieno il tuo discorso e la tua azione. Tuo fratello è un po' ottuso invece.

    Mark

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