Oltre ai tradizionali bidoni per la raccolta differenziata di carta, vetro e plastica, in fondo alla mia via troneggia da pochi giorni un nuovo bidone, di un verde leggermente più chiaro di quello normale, adibito alla raccolta del verde (ramaglie, erba e vegetazione varia). Questa nuova iniziativa dell’amministrazione comunale, oltre a riempire le strade di decine di cassonetti nuovi di zecca, ha sollevato in me alcune perplessità. La prima è che il pedale per aprire il bidone non funziona tanto bene, solleva poco e se ci devi buttare dentro cose grosse la metà ti cade fuori e devi raccoglierla di nuovo, ma questo potrebbe anche interessare solo me e tutti quelli che dovranno raccogliere le loro ramaglie per terra. C’è però un’altra riflessione che viene spontaneo fare guardando quei bidoni: serviranno davvero a qualcosa? Credo che dovrebbe essere più chiaro alle autorità che il problema dello smaltimento dei rifiuti non va affrontato solo applicando alla lettera le direttive dell’Unione europea in materia, ma anche e soprattutto sensibilizzando prima l’opinione pubblica, non certo con l'ennesima, banale, pubblicità progresso.
A questo proposito mi ricordo un fatto, accaduto molti mesi fa a Udine, nel produttivo Nordest. L’inverno scorso, passando la domenica mattina presto per le strade della città, non era difficile imbattersi in strani oggetti appoggiati sulla porta d’ingresso delle case...
La sagoma di cartone di un benzinaio che porta in dono un lettore dvd
sulla porta di un'abitazione della periferia di Udine.
Molti cittadini ancora assonnati trovavano fuori dall’uscio nani da giardino, pupazzi, sagome di cartone, oggetti di modernariato, anche di un certo pregio estetico, che qualcuno incautamente aveva gettato via in luoghi non deputati alla raccolta dei rifiuti. Ma una banda di Robin Hood della spazzatura agiva silenziosa, il sabato notte, e raccoglieva questi oggetti ridistribuendoli alla popolazione, col chiaro messaggio sottinteso che questa società, invece di preoccuparsi solamente di comprare, consumare e buttare via, dovrebbe occuparsi di più del conservare, del riutilizzare e dell’evitare gli sprechi. Alcuni cittadini apprezzarono, raccogliendo con gioia questi doni a volte anche preziosi e facendone sfoggio con i vicini di casa, altri se la prendevano a male (non sono mancate denunce!), e si può dire che le reazioni iniziali della tranquilla cittadina di Udine erano tra il divertito e il preoccupato...
Nessuno sapeva nè chi fossero nè che cosa volessero questi alfieri del “garbage crossing”, come si autodefinirono in alcuni volantini (ma non si è mai saputo se fossero davvero autentici o opera di qualche mitomane). Fatto sta che questo fenomeno era stato capace di strappare un sorriso alle persone e di far pensare, tanto che sul quotidiano locale, il Messaggero Veneto, già si parlava di un concorso per il dono più bello ricevuto, premio che avrebbe senz'altro vinto un passeggino Chicco con dentro un'enorme testa di maiale di cartapesta, trovato da un mio vicino di casa fuori dalla porta, una piovosa mattina di novembre. Ma come spesso accade ai fenomeni di provincia tutto rientrò silenziosamente nei ranghi e dopo pochi mesi nessuno ne parlava già più. Solo in pochi ricordano le leggende che circolavano un tempo in città: si diceva che fossero dei comunisti e che tutto era stato architettato per danneggiare la sezione locale di Forza Italia (era il periodo delle elezioni regionali in Friuli) e in molti sostenevano che quel fantomatico gruppo stesse preparando un gesto eclatante, si pensava contro Bush e la guerra in Iraq, che sarebbe stato messo in scena in Piazza Primo Maggio, al centro della città. Ronde di poliziotti a tutte le ore forse impedirono quel gesto, che però poteva anche essere il frutto di suggestioni indipendentiste mai sopite da queste parti, chissà...
Il pupazzo di babbo natale ubriaco fuori dall'entrata di servizio di una villetta vicino al centro di Udine.
Dopo quei fatti la gente stava molto più attenta a lasciare oggetti per strada, o in mezzo alle piazze, perchè non si sapeva che fine avrebbero fatto, e si temeva magari di essere sospettati di far parte della famigerata banda.
Se c’è però una cosa che questi uomini misteriosi ci hanno insegnato è che la fantasia nel colpire l’immaginario collettivo serve molto di più di un cassonetto per la raccolta del verde, o delle pile scariche.
sono brutto ma buono
RispondiEliminaauguri di buone feste :)
abbandona le suggestioni surrealiste!torna romantico-kitch!
RispondiElimina"(...) l'ideale estetico dell'accordo categorico con l'essere è un mondo dove la merda è negata e dove tutti si comportano come se non esistesse. Questo ideale estetico si chiama Kitsch...La fratellanza di tutti gli uomini sarà possibile solo sulla base del banale".Kundera
Fabio