C’è una canzone dei Massimo Volume, forse il pezzo loro che preferisco,
che si intitola Inverno '85.
Per tutto l'inverno dell'85 ho passato i miei pomeriggi
di fronte allo stereo in camera di mio fratello ad ascoltare wicked gravity di Jim Carroll.
Mi muovevo al ritmo della musica immaginando il modo in cui lui poteva muoversi.
Mi muovevo al ritmo delle chitarre elettriche.
Tutto quello che avrei voluto era essere lui nell'attimo in cui canta:
"mi sento come il soffitto di una chiesa bombardata".
Credo che in quel periodo la mia vita fosse tutta lì.
Questa è la copertina del secondo disco dei Massimo Volume.
Emidio Clementi, il cantante dei Massimo volume,
nell'85 ascoltava Catholic Boy (1980) di Jim Carroll, che in "Wicked Gravity" canta:
You know the stars in the night
they're like the holes in the cave
like the ceiling of a bombed-out church.
Questo è Jim Carroll giovanissimo con Patti Smith.
Io nell’inverno dell’85 avevo si e no 10 anni, andavo alle elementari e la sera andavo a letto presto, tranne la domenica, quando mia mamma mi faceva stare alzato un po’ di più perchè volevo vedere Drive In. Mi facevano ridere soprattutto i finti telegiornali di Massimo Boldi. Le notizie erano davvero stupidissime, come “nuova lavatrice lanciata sul mercato: 5 feriti “ o “grave incidente d'auto: perde il braccio destro; la polizia indaga sul sinistro”, ma allora mi facevano ridere. Mi ricordo che i pomeriggi mi mettevo seduto davanti alla macchina da scrivere, avevo appena imparato a usarla, e scrivevo (battendo i tasti con un dito solo) dei telegiornali satirici inventati, che poi leggevo al resto della famiglia, la sera a cena. Di solito nelle notizie prendevo in giro il resto della mia famiglia, la mia maestra e tutti i miei compagni delle elementari. I fogli devo averli ancora da qualche parte, in soffitta.
Il mio inverno ’85.
Nell’inverno ‘85 quindi non potevo certo provare le stesse sensazioni di Emidio Clementi quando ha scritto “tutto quello che avrei voluto era essere lui nell'attimo in cui canta: mi sento come il soffitto di una chiesa bombardata”. Quelle sensazioni le avrei provate più tardi, nell’inverno del ’90, quando passavo i pomeriggi di fronte allo stereo in camera di mio fratello ad ascoltare i suoi vinili e le sue cassette. Lui allora studiava all’università e questo mi permetteva di frugare indisturbato in quel mare di dischi polverosi e con quei nomi per me ancora pieni di mistero, scoprendo piano piano gli Husker Du, i Joy Division, i Sonic Youth, i Pixies...
Il mio inverno ’90.
Il mio vinile preferito tra quelli di mio fratello, forse per quella meravigliosa copertina:
Closer dei Joy Division.
La prima volta che sentii i Massimo Volume invece credo sia stato nell’inverno del ‘96. Me li fece conoscere una mia ex ragazza, che amava gruppi come Disciplinatha, CCCP, Diaframma, Marlene Kuntz, mentre io a quell’epoca ascoltavo soprattutto musica inglese e americana. Mi ricordo la prima compilation che le avevo fatto, con tutti i testi fotocopiati: c’erano Nick Drake, David Bowie, i Portishead, i Jesus & Mary Chain, i Velvet Underground...e gli Smiths.
Una delle prime volte che la riaccompagnavo a casa, la sera, parlando in macchina mi disse: “c’è una canzone nella compilation che parla di una persona che sembri tu”. Le chiesi quale fosse. Mi rispose che era “The boy with the thorn in his side”, e dovetti ammettere che aveva ragione. Era febbraio e come Morrissey anche io, allora, prima di conoscerla, mi ero chiesto:
And when you want to live
How do you start ?
Where do you go ?
Who do you need to know ?
Il mio inverno ’96.
La copertina del 45 giri di "The boy with the thorn in his side" degli Smiths.
Qualche mese dopo stavamo ancora insieme, e non ricordo esattamente perchè ma un giorno lei, per prendermi in giro, mi disse che le facevo venire in mente il “tenerone”, il personaggio di Drive In interpretato da Gianfranco D’angelo. Il tenerone. L’animale più buono del mondo. Quello che faceva “pippo pippoooo” e quando vedeva delle cose che lo spaventavano o lo imbarazzavano gridava “emozioneee” e faceva scomparire la testa nel pelo rosa per nascondersi, ma quando Ezio Greggio gli premeva la coda a batuffolo ritornava fuori.
Il tenerone.
Quello che guardavo in tv, la domenica sera, nel mio inverno ’85...
Questo è il tenerone che vede una foto oscena.
Questo è il tenerone che nasconde la testa nel pelo per l'imbarazzo.
Questo è il tenerone che torna fuori quando gli si preme la coda.
ho il pupazzo del tenerone, regalatomi da un amico di mio zio che non conosco. sono nata nell' '86.
RispondiEliminagrande
RispondiEliminala citazione dei Massimo Volume era anche il tuo ticker su Slsk? mi suona proprio familiare
RispondiEliminaè probabile, ma lo cambiavo talmente spesso...forse avevo messo "mi sento come il soffitto di una chiesa bombardata", mi piace spesso usarla questa frase :)
RispondiElimina:(
RispondiEliminaTenero :)
RispondiEliminaOOOH! PINGU! Il mio mito d'adolescenza......
RispondiEliminaQuesto blog ha attirato la mia attenzione per tutte le idee nuove e diverse. Devo dire che ho imparato molto dalla lettura di questo blog. La ringrazio molto per la condivisione di questa bellissima esperienza con me. Ho intenzione di suggerire ad altri amici per godere, come ho fatto io.MD
RispondiEliminaCredo di essere stata una dei primi in Italia a comprare un album dei Joy Division. Closer, era Natale ed io l'ascoltavo in cuffia sul divano, con la luce intermittente dell'albero... ero già abbastanza grande. Le mie sorelle ascoltavano i Duran Duran e gli Spandau Ballet e dicevano che ero pazza. Solo i dark ascoltavano J.D. ma io non ero dark e nemmeno punk però mi piacevano i Killing Joke, gli Stranglers, i Crass e i Dead Kennedys.
RispondiEliminaE naturalmente anche gli Smiths. C'è un bellissimo clip di Blackpool in cui David Tennant canta e balla sul brano degli Smiths The boy with the thorn on his side.