L’altro giorno era la giornata mondiale contro il fumo. Io non fumo, ma avendo vissuto spesso in mezzo a persone che fumano sono in questo senso abbastanza tollerante. Tutti sanno che fa male, e proprio per questo trovo ridicole e ipocrite la maggior parte delle campagne antifumo promosse da qualche anno a questa parte, alcune delle quali incentivano più a iniziare che a smettere.
Un giorno, discutendo con un caro amico, pure lui non fumatore, eravamo purtroppo giunti alla conclusione che nel nostro comune immaginario la sigaretta ha un suo indiscutibile fascino. Anzi, “fumare è indiscutibilmente cool” credo fosse la chiosa del discorso.
“Pensa a Eva Green (Isabelle) in The Dreamers”, disse lui.
Oltre al fascino delle donne fumatrici anche i pacchetti di sigarette, dal punto di vista estetico, mi hanno sempre attirato. A volte mi capita di giochicchiarci sui tavolini dei pub, la sera, e mi sono trovato spesso ad ammirarne la grafica, i colori, il logo, i nomi. Forse per questo odio i nuovi pacchetti con quelle orrende scritte “morirai di cancro entro l’anno”, “tuo figlio nascerà deforme” e simili, l’ho sempre trovato sgradevole e di cattivo gusto, insomma. Allora già che siamo scriviamo anche sulle fiancate delle macchine “se guidi ubriaco oltre i limiti di velocità è probabile che il tuo corpo finisca lacerato tra le lamiere”, o sulle confezioni di lamette dei rasoi “passando la lametta trasversalmente sul braccio finirai dissanguato”. Non sono contrario all’informazione in sè, ma dubito che una futura mamma si accorga del pericolo che potrebbe arrecare a suo figlio da una squallida scritta stampata sul retro di un pacchetto di sigarette. Ci sono le famiglie, i medici, le scuole per insegnare alle nuove generazioni a vivere. E intanto l’unico risultato è rovinare per sempre i pacchetti di sigarette.
In questo mondo dominato da una falsa razionalità basata su mille paure (di guerre, di attentati, di sigarette che uccidono) che bello sarebbe incontrare una ragazza, la sera in qualche locale, che mi guarda e sorride mentre tira fuori dalla borsa un pacchetto di sigarette diverso dagli altri. Che bello sarebbe vedere, sopra quelle squallide scritte che vorrebbero portare solo spavento e orrore, il segno tangibile della sua unicità, del suo gusto, della sua personalità.
fuori rotta. Ed il paragone tra automobili/lamette e sigarette non è azzeccato. E basta con hellokitty e ste minkiate infantilistiche! cmq, pingu è sempre immaginifico. Da apprezzare.
RispondiEliminafluo, amico mio, non devi certo prendere sul serio ogni parola che scrivo qui, se no sarei effettivamente da ricoverare.
RispondiEliminalo so, pingu. Intiendo amico. Ma sai, il fumo mi fa proprio schifo. Come hellokitty&cazzate varie. Sopporto ancora Pingu perchè ci sei tu e perchè lo becco in tv ogni tanto.
RispondiEliminad'accordo con te, pingu... post grandioso!
RispondiEliminaracecar
oh mio dio...
RispondiEliminaio non fumo. molto spesso rinuncio ad andare nei locali perchè la puzza di fumo è intollerabile... detto questo, penso che non sia cool l'atto di fumare, ma che sia il fumatore a fare la differenza. cioè alcuni fumatori sono cool... non le ragazze, però. mai piaciuta una ragazza fumatrice.... bit
RispondiEliminaah, c'è anche il blog di una pinguina, non lo sapevo.... bit
RispondiEliminagrazie per il caro amico....cmq eva green è veramente cool...più delle sigarette...w le parigine!
RispondiEliminafabio
bit non so dirti se mi piacciono di più le ragazze che fumano di quelle che non fumano, perchè ho sempre avuto ragazze che fumano :)
RispondiEliminaper me le sigarette non aggiungono nulla al fascino di una donna. anzi, semmai, sottraggono.
RispondiEliminanepo.
nepo, sei tornato finalmente!
RispondiEliminama la smettiamo con il mito di humphrey bogart? Il fumo è sporcizia. E pingu, come fai a baciare una donna dopo che ha fumato, avanti. Idem per le donne.
RispondiEliminama quando,allora, saresti da prendere sul serio,Pingu??
RispondiEliminaodio i commenti cattivi degli anonimi.
RispondiEliminaanonimo
"L'avvenimento della scrittura è l'avvenimento del gioco; il gioco oggi si riconsegna a se stesso, cancellando il limite a partire dal quale si è creduto di poter regolare la circolazione dei segni, e trascinando con sé tutti i significati rassicuranti, costringendo alla resa tutte le piazzeforti, tutti i rifugi del fuori-gioco che vegliavano sul campo del linguaggio" Derrida
RispondiEliminafabio pro pingu
non so se ho capito...ma proverò a rifletterci su
RispondiEliminahttp://photos1.blogger.com/img/26/1117/640/BogartyBacall.jpg
RispondiElimina