mercoledì 16 giugno 2004

Twinkle twinkle little star

Ci sono delle volte in cui non è che lo faccia apposta, ma in un modo o nell'altro mi capita di pensare a quel gioco delle associazioni mentali che facevo da piccolo, e ogni cosa ne richiama un'altra, finchè a un certo punto mi fermo a seguire quel percorso contorto, lo guardo e penso a cosa significa. Di solito nulla, ma ultimamente mi capita di pensarci spesso...per esempio l'altro giorno una mia amica, parlando della sua infanzia, si è ricordata del suo cuscino preferito, quando era piccola. Era un cuscino di Iridella a forma di stella con una tasca per metterci dentro i pupazzi.

Credo fosse più o meno così:

Iridella era quella bambina bionda con la coda di cavallo che, grazie ai poteri della polvere di stelle, portava i suoi colori, e con loro speranza e felicità, dove prima c’erano tristezza e cattiveria. Aveva tanti amici e tante amiche con cui giocare, e nelle sue avventure la accompagnavano sempre dei folletti pelosi e colorati. Aveva anche parecchi nemici che volevano impadronirsi dei suoi colori e rendere il mondo grigio. Alcuni erano goffi e stupidi, ma alla fine buoni (come questo), altri erano cattivi (come questo), altri ancora subdoli (come questo). Se riusciva ogni volta a sconfiggerli lo doveva al suo migliore amico, un cavallo di nome Starlite (altrimenti detto stella bianca), che galoppando sugli arcobaleni la portava dovunque ci fosse bisogno di lei.



L'altro giorno, per caso, mi è capitato di riascoltare "Twinkle twinkle little star", una di quelle canzoni che, pur non sapendo bene di chi siano e di quando, mi ricorda l'atmosfera di quando da piccolo andavo a dormire ma non potevo pensare neanche lontanamente di addormentarmi, finchè uno dei miei genitori a scelta si sedeva sul bordo del letto e mi diceva qualcosa. Fosse una favola, un racconto, una filastrocca, un acrostico, un haiku, un sonetto non aveva importanza...andava bene qualsiasi cosa, bastava sentire una voce, un corpo caldo vicino, e avere le coperte rimboccate. Non c'erano altre cose di cui preoccuparsi.

Twinkle, twinkle, little star,
How I wonder what you are.
Up above the world so high,
Like a diamond in the sky.
Twinkle, twinkle, little star,
How I wonder what you are!

Oggi ho letto che tra qualche mese uscirà il disco postumo di Elliott Smith, che adoro, intitolato 'From A Basement On the Hill'. La canzone che probabilmente sarà scelta come primo singolo, se ci sarà un singolo, dovrebbe essere "shooting star", in cui parla di una ragazza che lo ha fatto soffrire. Oggi ho ascoltato quella canzone più o meno un migliaio di volte, in una versione dal vivo solo voce e chitarra. Queste sono le ultime due strofe:

So bad, so far, you make me sad, shooting star.
Distant and cold and a sight to behold,
everybody just sighs, no one gets on with you very long,
because you don't feel bad when you lie.

I'm goin' to sleep now, which i guess would be step 1.
Step 2 is where i can deal with the thing you've just done.
It won't be soon, to say the least it's gonna be hard.
So bad, so far, you made me sad, shooting star.

Elliott Smith


Le stelle ci fanno da cuscino, e su quel cuscino ci addormentiamo, sognando che ci guidino nella notte, lungo il nostro cammino. Le stelle a volte sembrano fredde e distanti, e ci fanno sospirare. Le stelle cadono, e ci fanno esprimere dei desideri che certe volte non si avverano. Le stelle a volte dicono bugie. Bugie a cui ogni tanto è bello credere, come alla polvere di stelle, come alle stelle che ci illuminano la stanza nella notte scura, come ai cavalli che galoppano sugli arcobaleni. Quando ti rendi conto che le stelle possono anche ingannare ormai è tardi, ora c’è sempre qualcuno che ti dice ‘cresci’, e non riuscirai mai più a dormire bene come una volta...

2 commenti:

  1. Oh Pingu, riesci sempre a dare un tocco magico a tutto!
    Sei un poeta......

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