domenica 6 giugno 2004

Tobia e l’angelo

Uno dei miei quadri preferiti di William Blake è “Christ in the Sepulchre, Guarded by Angels”,
conservato al Victoria and Albert Museum, a Londra.

Nei momenti in cui sono particolarmente triste e la mia vita sembra aver imboccato un tunnel di cui non vedo la via d’uscita, mi conforta molto pensare all’esistenza di un angelo custode che veglia su di me e che mi conduce nella direzione giusta, senza che io nemmeno me ne renda conto.
Forse per questo una delle storie della Bibbia che preferisco è quella di Tobia e Sara. Tobia è figlio di Tobi e Anna. Il padre Tobi, perseguitato e deportato in passato a causa del suo spirito caritatevole, quando è ormai vecchio diventa pure cieco. Un giorno infatti, mentre riposa all’aperto, gli escrementi di un passero gli cadono sugli occhi causandogli un’infezione. Se non bastasse tutto questo, si aggiunge pure la moglie Anna, che gli rimprovera l’ostinata fedeltà religiosa come causa delle loro disgrazie.
Anche a Sara non è che le cose vadano tanto meglio. Infatti è posseduta dal demone Asmodeo, che ha già divorato i suoi precedenti sette mariti durante la prima notte di nozze, prima che potessero unirsi a lei. Per questo vive tormentata dai rimorsi e dai sensi di colpa.
Un giorno Tobia, per aiutare il padre che si sente ormai vicino alla morte ed è anche in ristrettezze economiche a causa della cecità, accetta di partire per andare a riscuotere una somma di denaro nella Media, a qualche giorno di cammino da lì. Prima della partenza, senza svelare la propria identità, l’Arcangelo Raffaele si offre di accompagnarlo nel suo viaggio.

Tobia e l'Arcangelo Raffaele in un dipinto del Verrocchio ora alla National Gallery di Londra
(un particolare lo trovate anche sulla copertina di "Frammenti di un discorso amoroso" di Barthes).

E’ proprio l'Arcangelo Raffaele a far incontrare Tobia e Sara. Dopo aver riscosso la somma di denaro, infatti, Raffaele consiglia a Tobia di fare una sosta presso la casa di un parente di lui, la cui figlia, Sara, avrebbe potuto essere la sua sposa ideale. Tobia sa che Sara è posseduta dal demone Asmodeo, e che questo ha già divorato i suoi precedenti sette mariti durante la prima notte di nozze, e per questo non è proprio convinto che sia la scelta giusta, ma l’Arcangelo Raffaele gli mostra la strada da seguire con delle bellissime parole, in uno dei brani più commoventi della Bibbia:

“Non temere: essa ti è stata destinata fin dall'eternità. Sarai tu a salvarla.
Ti seguirà e penso che da lei avrai figli che saranno per te come fratelli.
Non stare in pensiero”.

Quando Tobia sentì le parole di Raffaele e seppe che Sara
era sua consanguinea della stirpe della famiglia di suo padre,
l'amò al punto da non saper più distogliere il cuore da lei.

Su come Tobia sposò Sara, sconfisse il demonio e fece riacquistare la vista al padre grazie al cuore e al fegato di un pesce non è il caso che mi dilunghi troppo. Nulla di tutto questo sarebbe però successo senza l’aiuto dell’angelo custode per eccellenza, Raffaele. Le credenze popolari attribuirono poi i poteri degli angeli, non solo nelle occasioni importanti ma anche nella quotidianità, a mille oggetti, libri, amuleti da tenere sempre con sè, come dei compagni di viaggio che indicavano la direzione giusta da seguire. Io ne ho uno appiccicato al vetro della macchina, e quando guido da solo spesso ci facciamo lunghe conversazioni, gli parlo dei miei problemi sentimentali, e lui mi guarda e capisce, e ha sempre una buona parola per me. Basta solo saper interpretare le sue espressioni e il suo sguardo e poi tradurle in un consiglio pratico. Tanto so che, quando ho un periodo difficile, se lo ascolto ne uscirò e prima o poi troverò la mia Sara e la salverò. Sicuramente.

A volte penso che forse è proprio vero, come recita il Talmud, che
“ogni filo d’erba che cresce ha un angelo che gli comanda: cresci”.
Questo è il mio.

4 commenti:

  1. Ciao Pingu (che effetto mi fa!!), anch'io ho iniziato a leggerti, e anche se non sono x niente religiosa ho apprezzato quello che hai scritto. Io non lo so se c'è qulacuno o qualcosa che ci guida, come hai letto tendo ad affidarmi più a me stessa x risolvere i miei problemi, ma in fondo chi può dirlo se le decisioni che prendo sono proprio mie o se invece c'è lo zampino del destino (o angelo custode....)?? Non so rispondere a questo, ma sono contenta di aver trovato un omonimo così!! Ciao

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  2. consiglierei questa lettura per schiarirti un po' le idee:La religione entro i limiti della sola ragione di Kant,dove il rapporto tradizionale tra religione e morale viene rovesciato: è la legge morale che ci impone di pensare Dio e non viceversa. Le forme storiche e istituzionali della religione non debbono contrastare con la libertà postulata dalla legge morale; debbono invece avviare alla comunità etica, alla società ideale in cui è superato il male radicale che perverte la moralità dell'agire umano.
    cito:
    "L'illuminismo è l'uscita dell'uomo da uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza esser guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza - è dunque il motto dell'illuminismo. La pigrizia e la viltà sono le cause per cui tanta parte degli uomini, dopo che la natura li ha da lungo tempo affrancati dall'eterodirezione (naturaliter maiorennes), tuttavia rimangono volentieri minorenni per l'intera vita e per cui riesce tanto facile agli altri erigersi a loro tutori. E' tanto comodo essere minorenni! Se ho un libro che pensa per me, un direttore spirituale che ha coscienza per me, un medico che decide per me sulla dieta che mi conviene, ecc., io non ho più bisogno di darmi pensiero per me. Purché io sia in grado di pagare, non ho bisogno dì pensare: altri si assumeranno per me questa noiosa occupazione."
    fabio

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  3. neanche io sono religioso, a dire il vero... ma la storia di Tobia e Sara mi ha sempre commosso lo stesso. :) Sai fabio, anche il mio angelo custode, comunque, mi dice spesso di pensare con la mia testa. E io lo ascolto, cosa credi.

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  4. A proposito di Blake... possono essere importanti le parole di un grande scrittore tedesco, Ernst Junger: "In ogni tempo, in ogni luogo, in ogni cuore, la paura dell' uomo è sempre la stessa: paura dell' annientamento, paura della morte. (...) Vincere la paura della morte equivale...a vincere ogni altro terrore: tutti i terrori hanno significato solo in rapporto a questo problema primario".
    Blake ha fattop sicuramente emergere fino al parossismo il terrore umano della morte, aprendo il sepolcro delle illusioni e delle facili rassicurazioni dell' uomo - con un timbro espressivo totalmente debitore del Sacro e del Mito - per far penetrare la luce della salvezza nell'esperienza dell'uomo moderno.
    f.

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